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Comprendere le possibili fonti di demotivazione di chi ricopre il ruolo di formatore risulta necessario per consentire un’esperienza serena e positiva per professionisti e clienti.

Nei processi di cambiamento aziendale spesso dimentichiamo che i formatori coinvolti per guidare questa trasformazione, pur essendo specialisti altamente qualificati, sono anch’essi umani. L’energia che cercano di trasmettere è il risultato di uno studio continuo e di sperimentazione continua. Nonostante ciò rimangono figure suscettibili a reazioni emotive, demotivazione e periodi di stanchezza mentale che possono influenzare la qualità di corsi e progetti.

Questi momenti rappresentano una tra le sfide più insidiose che un professionista possa sperimentare. Per questo è necessario affrontare l’argomento, condividendo problematiche e riflessioni al fine di supportare gli appartenenti a questa categoria.
Scopriamo insieme le principali situazioni che intaccano l’entusiasmo e alcuni spunti sulle possibili soluzioni da tenere a mente.

Aspettative sul cliente

L’analisi aziendale che ogni consulente effettua deve tenere in considerazione i margini reali di superamento delle difficoltà da parte dei soggetti coinvolti nel cambiamento. Molto della demotivazione del formatore dipende infatti dalle aspettative create sul potenziale e non sulla reale situazione. È fondamentale per il formatore approcciarsi all’azienda in modalità a-giudicante e sempre disponibile a trasformare il proprio intervento sulla base di ciò che accade durante l’attività.

Restare su progetti rigidi decisi a monte è demotivante di per sé. Ricordare che abbattere resistenze e cambiare è tra i processi più lunghi in assoluto, diventa quindi utile festeggiare i piccoli passi e farli notare all’azienda per motivare se stessi e gli altri. Ci vuole pazienza, molta pazienza.

La routine che annoia

L’altra forma riguarda la lunghezza e durata dei progetti. I professionisti possono sentirsi stanchi o annoiati quando devono ripetere le stesse informazioni o modalità di formazione in progetti a lungo termine. In questo caso è essenziale ricordare che anche se l’argomento può rimanere lo stesso, ogni gruppo di lavoro ha la sua storia unica e richiede approcci diversi.

La ripetizione è tra i metodi più efficaci per garantire che i partecipanti acquisiscano una comprensione più profonda dei nuovi modelli di mentalità da implementare. Il formatore dovrebbe essere comunque consapevole della necessità di adattare il proprio approccio, cambiando linguaggio e modalità in base alle esigenze e alle reazioni specifiche di ciascun gruppo. La ricerca della forma migliore per promuovere l’apprendimento dei concetti non solo aiuterà i partecipanti ma eviterà anche il sopraggiungere della noia per l’esperto.

La motivazione dal ruolo

Ognuno deve essere consapevole del proprio ruolo e ciò vale anche per consulenti e formatori. La responsabilità del ruolo che ricopriamo implica una missione implicita che è la vera fonte motivazionale. Perso il senso del ruolo, si perde la motivazione.

Essere efficaci richiede non solo competenze di insegnamento, ma anche capacità nella gestione della demotivazione quando si manifesta. Mantenere aspettative realistiche e adattare costantemente l’approccio alla situazione specifica possono contribuire a superare le sfide che un formatore potrebbe incontrare.

Ovviamente possono subentrare anche fattori personali, ma riconoscere queste due forme principali costituisce un primo approccio al tema per affrontare con successo anche i momenti meno brillanti.

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