Esploriamo il divario tra percezione e realtà, analizzando come le informazioni che riceviamo influenzano le emozioni e perché è importante mantenere un atteggiamento fiducioso.
L’attenzione sulle terribili vicende di Palermo e Caivano porta a rimanere stupiti a fronte di dati Istat che mettono in luce una generale diminuzione dei casi di violenza di genere. Contrariamente a quanto si potrebbe ritenere infatti, questi episodi sono in calo. Come mai allora il nostro percepito ci fa pensare altrimenti? Proviamo a offrire qualche risposta partendo da una prospettiva sociologica.
La reiterazione di informazioni (memi) da parte dei media, facilita la loro assimilazione facendo sì che restino presenti più a lungo nella nostra mente. Questa permanenza viene inoltre alimentata a livello inconscio anche da opinioni e pensieri altrui, dalle conversazioni e in generale dall’ambiente. L’intenso riverbero emozionale che ne deriva, influenza notevolmente il nostro modo di pensare anche quando, come in questo caso specifico, i dati oggettivi ci informano di un cambiamento verso una direzione contraria. Da ciò nasce una discrepanza che necessita di essere approfondita.
Percezione vs. Reale
La “percezione” è un prodotto dell’elaborazione di informazioni esterne. Questo processo è inevitabilmente influenzato da stereotipi complessi (educazione, sistema di valori, condizioni morali ed etiche) e dalle proprie esperienze personali.
Con “reale” indichiamo invece ciò che può essere comprovato da analisi statistiche, contesti e persone, da tutto ciò che viene definito da un gruppo e via via da una rete sempre più ampia. Ciò significa che i dati provenienti dal mondo devono essere verificabili e riproducibili – quindi diventano oggettivi – da più individui.
L’impatto della percezione sulle emozioni
Se quindi da un parte disponiamo costantemente di filtri che permettono l’elaborazione del percepito, lo stesso non si può dire per i dati. L’essere umano si trova infatti ad osservare il mondo da un punto di vista soggettivo. Gli stati emotivi sperimentati in mancanza totale, o quasi, di informazioni certe, vengono così a riverberare con un’intensità e una durata non commisurata a quanto accaduto.
Se già emozioni come tristezza, vergogna e paura hanno la tendenza a permanere più a lungo di altre, quando esse vengono rinforzate da fattori esterni come notizie e opinioni, influenzano ancora di più la nostra quotidianità. Anche gioia, leggerezza ed entusiasmo possono essere molto intense e rafforzate, ma comunque per un periodo di tempo più breve rispetto alle prime. Questa differenza nel tempo costituisce un aspetto rilevante al fine di analizzare correttamente ciò che ci circonda.
Continuare e migliorare
Comprendere il rapporto tra percezione, realtà ed emozioni è un primo passo per vivere in maniera più consapevole i diversi contesti in cui siamo immersi. Come società, ma anche sul lavoro o famiglia, dobbiamo ricordarci di guardare anche ai molti traguardi raggiunti per comprendere il cambiamento di situazioni complesse e apparentemente stabili. Per questo non bisogna cedere a stati negativi, polemiche sterili o deprimerci.
Andando in profondità su un argomento e non accontentandoci dell’opinione comune, possiamo scoprire – spesso – che la realtà ha molte sfaccettature e potrebbe anche dimostrarsi, come nell’esempio da cui siamo partiti, meno drammatica di quanto pensiamo, portandoci ad adottare un atteggiamento più positivo e costruttivo.
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