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Il monologo a Sanremo della Francini come dialogo sulla mancata maternità ha riportato prepotentemente attenzione sul tema

Il dialogo della Francini e la realtà attuale

Il monologo della Francini sul palco dell’Ariston, come dialogo in merito alla mancata maternità, ci ha dato lo spunto per una riflessione più allargata sulle difficoltà che le coppie incontrano nell’avere figli. E sono sempre più frequenti i casi riscontrati anche nella nostra esperienza quotidiana: una difficoltà che fino a qualche anno fa sembrava invisibile, oggi è balzata prepotentemente alla ribalta. 

Nella realizzazione femminile, fino a non molto tempo fa, avere figli era prioritario, dava senso al proprio essere femmina. Questa mentalità, in parte superata, resta viva in ogni donna che vede nella maternità un significato di completezza della propria esperienza esistenziale, oggi accanto alla realizzazione professionale e in generale come persona.

La nostra esperienza con le donne in consulenza

Donne appartenenti alla fascia di età compresa tra i 35 ai 45 anni che desiderano una gravidanza che non arriva, giungono con seri dubbi sulle proprie capacità di essere madri e di conseguenza si chiedono se sono meritevoli o meno del ruolo genitoriale. Come se fosse un premio da vincere, cercando così una spiegazione al senso di impotenza: “se non divento mamma vuol dire che non lo merito”, “se non divento mamma forse non ne sono all’altezza”, “se non divento mamma, non sfrutto la possibilità che la natura mi ha dato”. 

Perché la convinzione più difficile da abbattere negli esseri umani è l’onnipotenza, l’idea che non tutto dipenda da noi è difficile da digerire, soprattutto nella società attuale. Da qui, una serie di colpevolizzazioni anche fuori da sè – perchè alla nostra specie piacciono gli estremi – se non siamo onnipotenti vuol dire che siamo impotenti, cioè qualcuno o qualcosa ci impedisce di attuare il nostro desiderio, che ci guidano direttamente agli attacchi ai partner: “non si impegna”, “in realtà non vuole diventare padre/madre” ecc. Il tutto in un contesto biologico in cui ognuno guarda l’orologio e vive il senso di colpa di essere in ritardo con la vita. 

Gli elementi che vanno presi in considerazione rispetto all’impossibilità di procreare, oltre quelli prettamente fisiologici, sono molti, e sono legati alle credenze personali e familiari, allo stile di vita e alla dinamica della coppia, nonché all’accettazione dell’idea che la maternità sia una possibilità e non una certezza.

Come agire di fronte a questo sentimento di impotenza?

Perciò, come agiamo di fronte a questo sentimento di frustrazione e impotenza? 

Sarebbe utile imparare ad interpretare la maternità in diversi modi: del resto essa è creatività e ciò comporta diverse possibilità che magari non prendiamo subito in considerazione. 

Prima fra le varie azioni da compiere, è togliere l’ossessione, avere rapporti sessuali con la sola idea della procreazione riduce il piacere e la spontaneità dell’atto, portando a gesti meccanici che feriscono l’anima e irrigidiscono ancora di più la coppia in un momento e periodo in cui deve unirsi fisicamente e spiritualmente.  

Seconda, è accogliere con la fantasia il nuovo venuto, immaginarlo, sognarlo, orientandosi alla sua venuta come se già fosse tra noi. La scuola gestaltiana stimola costantemente all’immagine per orientare le proprie azioni agli obiettivi prefissati. 

Terzo, darsi sempre possibilità alternative di realizzare la propria maternità, parlandone col partner ed esplorando le varie ipotesi.

Quarto, ma non per questo meno importante, esplorare la fantasia e proiezione di sè e del partner come genitore: quali le aspettative e i pregiudizi?

Concludendo..

La Francini, sul palco dell’Ariston, ci ha fornito uno spaccato personale delle proprie paure e interpretazioni sulla maternità, che come sempre nascono dall’educazione, dalla cultura, ed esperienza personale. Le immagini evocative sui neogenitori e sul dialogo col neonato, stimolano l’ascoltatore a “vedere” la propria idea di esperienza materna e paterna,  affrontando con coraggio i pregiudizi, le paure e le aspettative. 

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