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Il termine “benessere organizzativo” rappresenta lo stare bene di un insieme di persone che hanno un obiettivo comune. Per fare in modo che i meccanismi interni ad un’organizzazione funzionino, ci devono essere una serie di condizioni, un po’ come il corpo umano che ha bisogno che tutti gli organi agiscano e comunichino tra loro, correttamente.

Sembra banale come concetto, ma esistono diversi “nemici”, seppur difficili da immaginare, che le organizzazioni devono necessariamente affrontare, se vogliono essere efficaci e performanti:

  1. Molto spesso le persone tendono a curare i propri interessi e non quelli dell’organizzazione. La difficoltà è riconoscere l’operato degli altri e la comunicazione tra i reparti
  2. la mancata coincidenza tra persona e ruolo: capita di trovare persone in una posizione per cui sono poco competente
  3. Le motivazioni delle persone, soprattutto nel tempo. è necessario costruire un rapporto di dare-avere ma anche riconoscere il lavoro proprio e degli altri.
  4. Bisogno di senso di appartenenza: diventa più difficile quando cala arrivare all’obiettivo comune. È un elemento fondamentale perchè passando tante ore insieme c’è bisogno di stare bene ma anche di trovare un senso a quel compito. L’obiettivo comune va a lavorare sulla motivazione personale sia relativamente al lavoro che al senso della propria esistenza e va a rinforzare le relazioni esterne che completano il quadro.

Ma come si raggiunge questo agognato benessere? 

Certamente con l’attenzione alle dinamiche interne e con un monitoraggio costante e continuo di chi deve garantire tale benessere;

Poi, con l’organizzazione di momenti dedicati al team, che possono essere le classiche riunioni ma anche momenti più informali, come un pranzo o un’attività per il team;

È fondamentale avere professionista che segua l’organizzazione, in grado di portare alla luce le problematiche sottotraccia, prima che esplodano irreparabilmente.

Quali sono i campanelli d’allarme di un mancato benessere?

  1. Sembra assurdo da dire, ma il primo tra tutti è che i responsabili non vedano problemi. Nella complessità delle organizzazioni oggi, nel meltin’ pot culturale e sociale delle aziende, è davvero difficile che non vi sia alcuna questione da affrontare, è più probabile che si tratti di vera e propria miopia.
  2. In secondo luogo, che vi siano errori e lamentele ripetuti, sempre sulle stesse dinamiche.
  3. Infine, quanto si comincia con il capro espiatorio, come se tutte le problematiche potessero davvero essere generate solo da lui: siamo in mondo lavorativo molto complesso, per cui non può trattarsi di un solo fattore.

Guarda il video della Dott.ssa Volpicelli per saperne di più!

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