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Con la ripartenza delle scuole e del lavoro, molti genitori devono fare i salti mortali tra le proprie attività, quelle dei figli e quelle domestiche. Per garantire una buona autonomia e l’efficacia dei piccoli compiti che i bambini, già in tenera età, dovrebbero essere in grado di svolgere, è fondamentale educare da subito il bimbo all’impegno, guidandolo, anche attraverso il buon esempio dei genitori, al suo valore e al rispetto dello stesso. 

Ovviamente il compito deve essere commisurato alle sue capacità, per non far sentire il bambino frustrato, inadeguato e in colpa.

Ma come fare?

Certamente, è necessario insegnare la metodologia dell’azione che deve svolgere, dando un significato positivo all’evento, sin da subito. Ad esempio, nel caso delle attività scolastiche, accade spesso che il bambino viva come momento felice e proficuo andare a scuola e svolgere i compiti assegnatigli se sono gli stessi genitori a dire da sempre, che a loro piaceva andare a scuola o a spalleggiarlo col sorriso in casi di difficoltà scolastica, piuttosto che rimpallarsi la responsabilità di affiancare il piccolo nei compiti, o rimandare il momento dello svolgimento con mille incombenze sempre più importanti. 

E’ necessario, inoltre, sostenere la frustrazione che il bimbo ci fa nascere dentro quando non ha voglia di fare le cose: stare nel ruolo corretto di genitore diventa fondamentale per portare a casa il rispetto dell’impegno come prioritario all’interno della sua vita.

L’impegno fuori scuola

Le discipline extrascolastiche sono un’ottima palestra per allenare il valore dell’impegno, stando attenti al fatto che non invadano tutti gli spazi, facendo slittare le altre attività regolarmente in secondo piano. Monitoriamo, invece, che rappresentino un traino per gli impegni meno graditi.

Sarebbe bello non dover legare le attività scolastiche a nessun premio o punizione, ma esclusivamente al piacere dell’apprendimento. Purtroppo ci sono situazioni in cui il rinforzo positivo o negativo diventa l’unica arma che porti qualche risultato, più nel breve che nel lungo termine. 

E se il figlio è già adolescente e ancora non rispetta gli impegni? In questo caso le difficoltà si moltiplicano, ma è bene non abbattersi! È necessario, infatti, rieducare il giovane a capire le priorità della vita legate al proprio benessere, che iniziano dal rispetto di se stessi e degli altri, fino ad arrivare il rispetto degli impegni e della parola data. 

Non è un caso se si dice che il mestiere del genitore è il più difficile al mondo, ma l’impegno e la dedizione vengono sempre premiati con qualcosa di molto alto.

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