Definire l’Eros non è semplice. La nostra società tende a collegare la sfera erotica a quella sessuale, riducendo così il significato ad una sola interpretazione. Eros, infatti, è la fonte da cui deriva l’energia. Il vigore e la creatività interna nascono dall’eros, l’origine della mia forza. Che cosa succede se riusciamo a rintracciare questa potentissima sorgente, cioè il punto che genera il piacere?
Accade che questa diventi la fonte dalla quale sgorgano innumerevoli possibilità: di scelta, di soluzioni, di attività. E, da questo principio, che è il mio nutrimento, genero qualsiasi cosa, posso realmente “creare”. Nutrendo il luogo, in cui nasce il mio piacere, sprigiono tutte le mie energie e le mie forze.
Ecco perché l’uomo può avere un’erezione e la donna l’irrigidimento dei capezzoli, in un momento di estasi magari di fronte ad una performance artistica o ad un’attività emozionante, non esclusivamente legata alla sessualità, ma dettata dal bello, dall’estetica, dal piacere. Quel piacere che scatena idee, grazie alle libere associazioni o anche per istintualità e che ispira qualcosa di totalmente nuovo.
Ma come posso effettuare questa ricerca e stimolare la creatività?
Innanzitutto, facendo spazio. La creatività nasce dai momenti di silenzio, i momenti in cui abbandono l’operatività e mi fermo facendo il vuoto, spaziando nell’etere. Gli imperatori romani, che già conoscevano bene l’importanza di “curare” questo momento, si recavano nelle cripte con i consiglieri e lì meditavano. Oziavano, non inteso come lo conosciamo oggi, ma come “otium”, lo stare dentro di sé, in pace e in silenzio, lasciando navigare pensieri e immagini così come arrivano, dedicandosi a momenti di preghiera e di riflessione e lasciando entrare qualcosa di altro da noi stessi.
Quando lascio il vuoto, infatti, e genero spazio dentro di me, faccio entrare qualcosa di nuovo, che non è solito viaggiare nel mio io, e per questo può dare origine a idee e creatività.
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