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L’uomo figlio delle donne

L’uomo nasce da una donna e forse per questo motivo sarà sempre dipendente dall’idea di questa creatrice, che gli ha dato la possibilità di essere al mondo. In quest’ottica la competenza femminile nell’educare l’uomo alla propria responsabilità di persona, è molto alta e per questo anche rischiosa. L’uomo infatti tende sempre a ripetere, all’interno di una relazione con l’altro sesso, la dipendenza infantile che aveva con la madre. Più esattamente, dall’idea di madre che si porta dentro. L’amore è dipendente dall’idea che interiormente ognuno costruisce dell’altro e difficilmente questa idea corrisponde alla realtà.

Spesso infatti le mamme, in assoluta inconsapevolezza, amano i propri figli e, soprattutto i maschi, in qualità di compensatori di alcune lacune, vuoti esistenziali, ignoranze, che non hanno affrontato prima di diventare madri. Ciò comporta un tipo di amore nei confronti del figlio, che non è relativo a come egli è, ma a come e quanto si è saputo adattare alle esigenze della madre. Più si è saputo adattare, più si sente amato dalla madre, eppure il bambino non sa quanto in realtà non è stato amato per la sua realtà interiore. Ciò comporta che da adulto continuerà a cercare un tipo di donna che lo amerà per la maschera, lo stereotipo, che ormai ha imparato a memoria, perchè è l’unico modo che conosce per farsi amare.

Innamorarsi ed isolarsi

Uno degli errori più comuni nell’uomo innamorato, è l’allontanamento dalle amicizie maschili e dai propri sogni, vizi, ozi. Quando ci si isola nell’esclusività dell’amore altrui, si tradisce se stessi e lentamente ci si dimentica dei propri sogni, per elemosinare quell’affetto primordiale.  Uno dei casi che ho incontrato in questi anni, si riferisce al figlio di un imprenditore che cercava nella futura compagna, caratteristiche possedute dalla madre: dolcezza, empatia, ironia. Di per sè qualità riscontrabili in molte donne ma che ripetevano un clichè ormai consolidato tra madre e figlio.

La de-responsabilizzazione maschile e la complicità femminile

L’uomo è sempre alla ricerca della madre, in ogni donna, per de-responsabilizzarsi. Quando la trova, non si impegna più in ciò che fa, e dopo tanti anni se ne rende conto e non vuole più quella madre. “Otto e mezzo”, la pellicola di Fellini del 1963, resta un’ottima testimonianza del maschio “vitellone”, quello cioè che viene ingrassato dal suo entourage femminile, attraverso coccole e vezzeggiamenti, rendendolo infantile. Gli esempi sono molteplici: da coloro che non riescono a realizzarsi professionalmente, a quelli che mantengono più relazioni contemporaneamente, a quelli che sono dipendenti dalla sessualità. L’errore dell’uomo in questi contesti, è di non ammettere l’errore stesso e di nascondersi, come da bambini, nelle braccia della madre, che tanto lo scuserà rendendolo sempre più bambino e poco uomo.

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