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Essere genitori è il mestiere più difficile del mondo, ma lo è ancora di più quando, in un momento di “ passaggio” tra i diversi modelli educativi, ci si trova a perdere i riferimenti, anche quelli privi di senso pedagogico che, però, hanno rappresentato la fortezza per la generazione di mamme e papà prima di quella attuale. 

Infanzia ed educazione

Siamo giunti, infatti, nell’epoca attuale, a un miscuglio di indicazioni, che creano una torre di babele dove tutto (e il contrario di tutto) sembra giusto o sbagliato. Al netto delle proprie convinzioni e dei diversi riferimenti educativi, la buona notizia è che possiamo partire almeno da un dato di fatto, frutto dei recenti studi psicologici: le minacce non servono a nulla, se non a infondere ansia e stress nel bambino. 

A causa delle continue minacce che il genitore mette in atto con l’obiettivo di farsi ascoltare e ottenere il comportamento sperato, infatti, i bambini vivono in un costante senso di paura che qualcosa stia per accadere. Continuando a minacciarli, insegnamo loro a stare nello stress persistente e costante, che crea ansia preventiva (ho paura prima che accadono le cose perché sono cresciuto in un clima minaccioso e ricattatorio) particolarmente dannoso per lo sviluppo dei nostri piccoli. 

Come muoversi allora? A quel punto è meglio agire la minaccia, anche solo per una volta (ad esempio, ti spengo la televisione, ti vieto di andare a calcio, ti impedisco di vedere gli amici ecc). In caso contrario, il bambino non capisce mai cosa accade se questo fatto si verifica. 

Inoltre, l’evento oggetto della minaccia, serve anche a fargli capire che si può sopravvivere a tale privazione (pur restando vivo in loro il senso di dispiacere). Di fronte alle emozioni generate da questa nuova esperienza, decideranno come agire la volta successiva. 

Educare agli effetti

Infine, anche il rapporto punizione/ricompensa, oltre a essere pericoloso, in quanto genera una forma mentis fuorviata nel bambino ancora privo delle informazioni di contorno che possiedono gli adulti, può risultare particolarmente dannoso in quanto lo priva della conoscenza dei veri rapporti di causa-effetto che guidano il mondo, come se noi gli dicessimo di addentrarsi nella foresta, senza però fornirgli una bussola. 

Frasi come “ Se non mangi le verdure non guardi la televisione”, oppure “ se fai i compiti ti compro un gioco” sono particolarmente fuorvianti per il bambino che non viene messo nelle condizioni di comprendere la logica tra il comportamento desiderato e la ricompensa o punizione finale. 

Tranquillo genitore: è impossibile essere sempre “perfetti”. In una vita ansiogena e basata sulla performance è parecchio difficile trovare lucidità e creatività per essere più efficaci in modi sani. Possedere questi strumenti e conoscere queste dinamiche, è un buon bagaglio ma non garantisce l’onnipotenza, in quanto spesso si arriva a questi ricatti perché esasperati e senza energie.

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