Skip to main content
Scriviamo ancora di Ri-generazione, un concetto nel quale crediamo e investiamo molto, a cominciare da noi stessi. In azienda, così come negli incontri di formazione tra privati, usiamo spesso la visione di un film per aprire una riflessione interiore su questo tema: una pellicola scelta da noi, seguendo criteri che riguardano le dinamiche principali e le caratteristiche dei personaggi.
Prendiamo spunto dalla “tecnica cineterapica”, che utilizza il cinema come occasione identificatoria con i protagonisti, le loro scelte, le loro emozioni, per realizzare interventi formativi: i presenti hanno la possibilità di ripensare agli eventi del film, nell’ottica di comprenderne le dinamiche relazionali e osservare così anche le proprie.

A volte basta la selezione di alcune scene principali, ma in realtà già i primi secondi di apertura dicono molto: basta poco per entrare in una dimensione “altra” da sé, il primo passo da compiere per fare il punto su se stessi.

Guardare qualcosa che viene rappresentato sullo schermo, ci libera dalle resistenze, apre il dibattito con noi stessi perché – ci raccontiamo – “tanto è solo la scena di un film”, “non sono io”.

Annotare qualsiasi tipo di emozione, nonché individuare le scene più o meno significative che hanno lasciato un “segno” secondo il proprio percepito, sono gli elementi che permettono di avviare il confronto. Si sperimenta un’esperienza “multisensoriale”: proiettando se stessi all’esterno di sé, ci si identifica con alcuni aspetti di uno o più personaggi, rimanendo comunque “terzi”.

Si affrontano così anche gli argomenti più ostici della psicologia maschile e femminile, della psicologia di gruppo, le dinamiche uomo donna e gli stereotipi comuni. Non in prima persona, ma attraverso i protagonisti del film.

Allo stesso modo è importante l’analisi delle sensazioni fisiche suscitate dalla visione delle scene: adrenalina, ansia, brividi, commozione. Sensazioni e domande su cui si tornerà a riflettere durante i giorni successivi, per individuare il proprio punto di ambizione e di auto-sabotaggio, per ripartire più energici, più consapevoli… ri-generati appunto.

 

Qualche testimonianza dalle esperienze vissute:

F – Quello che continua a colpirmi sempre ad ogni incontro è questa intelligenza illuminante della dott.ssa Volpicelli, lei che riesce puntualmente a ribaltare ogni nostro stereotipo, e con questo suo linguaggio essenziale ed incisivo va dritta al cuore e alla nostra intelligenza. Sa sempre mostrare in una immagine, in un dialogo tra attori, in un finale, quelle immagini che sono dentro di noi e che caratterizzano il nostro film interiore. Grazie!

A – Incontro piacevole, che in modo leggero controbilancia la pesantezza della giornata. È stato possibile prendersi uno spazio per sé, seppur condiviso, per trovare spunti di riflessione aggiuntivi e porsi delle domande.

S – Ascoltando gli altri ascolti anche te stesso, parlando con gli altri parli a te stesso. È sano e fondamentale il lavoro di gruppo. Fa emergere in ognuno di noi tante verità nascoste. Il gruppo parla e si confronta, si esprime, e ognuno ascoltando mette in discussione un po’ di sé, per per tornare a casa arricchito da qualcosa in più.