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Tra le nostre più significative esperienze c’è il passaggio generazionale in azienda. Dove senior e junior si incontrano-scontrano in una diatriba culturale costituita da sfide inconsce, convinzioni e fiducia-sfiducia reciproche. Le accuse più comuni sono: …“l’azienda non può essere guidata come 30 anni fa”, “questi giovani non hanno il senso del sacrificio”, “…”

In questo quadro, se proviamo ad astrarci, notiamo come i giovani di oggi diano molta importanza alla vita extra lavoro e impostino l’esistenza pensando ad un benessere generale. Il tempo del lavoro è stato quasi completamente equiparato al tempo familiare e “libero”, da dedicare a se stessi e ai propri cari, al fine di raggiungere la felicità. Questo atteggiamento viene interpretato dai senior come poca propensione alla responsabilità e all’orientamento degli obiettivi. Senior cresciuti con la mentalità della nostra Italia agricola, in cui effettivamente più si lavorava la terra più si otteneva. 

La conseguenza è la generazione di pregiudizi e diffidenze reciproche. Una relazione che si basa su comunicazioni unidirezionali da parte dei senior che tendono a monopolizzare le comunicazioni attraverso riunioni fiumi in cui parlano solo loro, pensando di far passare così la loro mentalità, ma uccidendo l’entusiasmo dei giovani, schiacciati dalle parole che non seguono i fatti. Da parte dei giovani si evidenzia la continua ricerca di conferma delle proprie competenze e prese di posizione che a volte sconfinano nell’infantilismo di sfide inutili per dimostrare le proprie idee. In un circolo vizioso in cui ognuno conferma la propria credenza sull’altro. 

Come uscire da questa dinamica disfunzionale?

Costruendo momenti di confronto efficaci con un terzo esterno che possa tradurre le intenzioni delle due parti da un lato e con attività pratiche in cui il senior cede una parte della sua attività verificando il lavoro del junior a cui l’ha affidato, dall’altra. In questo modo ognuno dei due si sentirebbe rassicurato dalla fiducia e dal reale passaggio di competenze. 

Sarebbe importante inoltre che il senior cominciasse ad ideare una propria vita al di fuori dell’azienda per avvicinarsi ad un passaggio graduale di consegna del timone e contemporaneamente il junior dovrebbe cominciare a costruire una propria vision dell’azienda con proposte concrete da proporre e condividere con i senior.

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