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Oltre alla sofferenza diretta delle vittime del #COVID-19, in queste settimane si consuma un’ulteriore pena, da non trascurare: il dolore di chi sta perdendo una persona cara, alla quale probabilmente non ci si potrà nemmeno avvicinare per un ultimo saluto, costretti come siamo alla lontananza. Tutto ciò rende necessaria, oggi più che mai, una riflessione sulla gestione ed elaborazione del #lutto.
Il primo passo da compiere è quello più naturale e spontaneo: piangere. Il pianto ha un vero e proprio effetto terapeutico perché è una manifestazione fisica, sul nostro stesso corpo, della morte dell’altro, e ci permette di comprendere come reale un evento così tragico. In tal modo ci avviciniamo all’accettazione della morte e ristabiliamo il nostro equilibrio interno.
Il secondo passo è la verbalizzazione dei momenti importanti passati con la persona che stiamo perdendo. Parlando (o scrivendo) di questi momenti possiamo capire ciò che conta per noi della relazione con la persona e, inoltre, ci prepariamo al terzo ed ultimo passaggio. Questo consiste nell’attribuire un significato ai momenti che abbiamo individuato e verbalizzato: si tratta del fulcro dell’elaborazione del lutto, perché dare un senso alla storia condivisa con la persona che stiamo perdendo significa capire cosa ci ha donato di buono e di utile. Significa, in altri termini, raccogliere la ricchezza lasciataci da una relazione, nonostante – e, anzi, attraverso – il dolore della perdita.