L’esperienza formativa nelle aziende ci racconta già da diverso tempo della necessità di “essere al passo coi tempi”. Una frase che sentiamo dire spesso, un luogo comune per molti, dove la differenza – come sempre – la fa chi opera, chi agisce, chi mette in campo azioni “sovversive”. E questo lo si può fare con attività che stimolino l’individuo a nuove “possibilità”, a quel pensiero laterale di cui si dice un gran bene.
Formarsi con l’arte
Un’esperienza interessante l’abbiamo sviluppata qualche tempo fa, in un’azienda con fatturato e appeal in forte calo, ma con un capo visionario, che non si è fatto abbattere dai numeri ed ha capito che era il tempo di cambiare, di non fare sempre le stesse cose. Ci è stata data in quel caso la possibilità di portare l’esperienza artistica in azienda. Attraverso un ciclo d’incontri teorici e di workshop, abbiamo coinvolto un mosaicista nelle nostre attività di formazione, stimolando un processo creativo libero dagli schemi aziendali, con lo scopo di rappresentare la mission aziendale e lavorando con i dipendenti alla costruzione di un qualcosa che abbiamo poi semplicemente chiamato gadget.
Mettere di nuovo al centro la mission aziendale ha stimolato ogni partecipante a rivedere le proprie credenze, a discutere della mancanza di condivisione e delle difficoltà con la Proprietà. L’introduzione di un linguaggio non strutturato e contemporaneo ha sollecitato cioè il genio di persone ormai stanche – o statiche – a ritrovare entusiasmo su un piano parallelo a quello produttivo aziendale.
Ancor più interessante, è stata la possibilità di utilizzare i gadget, prodotti dalla rappresentazione creativa di un valore aziendale condiviso, come veicolo del brand su canali complementari al settore, innescando curiosità, fattore strategico soprattutto per le risorse commerciali.
Spesso, l’introduzione di linguaggi de-contestualizzati innesca cambiamenti repentini, che rianimano il genius proprio di ogni essere umano.
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